Gli acronimi più comuni e i più utili

Gli acronimi più comuni e i più utili

Gli acronimi più comuni e i più utili

Conosci quali sono gli acronimi più comuni e i più utili?

Ma soprattutto sai cosa sono gli acronimi?

Non ti offendere se lo chiedo, ma mica tutti lo sanno. Un acronimo è una parola composta con le iniziali di altre parole.

Nella mia vita professionale, la prima volta che sono entrato in contatto con un acronimo è quando ho scoperto che IKEA non era il nome di una persona o di un’azienda (lo è in effetti), ma è un acronimo che sta per Ingvar Kamprad Elmtaryd Agunnaryd che sono il nome e cognome del fondatore dell’azienda, la fattoria dove è nato e il piccolo paese vicino alla fattoria.

Come se io chiamassi la mia azienda Stefano Benvenuti Monteverde (il quartiere dove sono nato) e Roma la mia città = SBMR

No suona male, Ikea suona molto meglio.

Poi nel lavoro non si contano le volte che sono entrato in contatto con gli acronimi, la maggior parte di origine americana, alcuni semplici altri meno.

Ho deciso di parlarti di quelli importanti e comuni e di quelli meno noti ma molto utili.

Per organizzare la spiegazione ho pensato di distinguere quelli comuni che forse conosci e quelli utilizzati nel marketing online e nel marketing in generale.

Mentre quelli comuni hanno la funzione di velocizzare la comunicazione di distinguere di cosa si sta parlando, magari classificando una categoria, quelli del marketing rappresentano dei KPI.

Sta per succedere una “inception“… tra poco lo schermo si spegne… sto per spiegare gli acronimi usando un acronimo… 

Allora apro le danze spiegando subito cosa è un KPI

I KPI è l’acronimo di Key Performance Indicators, e rappresenta gli indicatori di performance più importanti, per misurare le performance di un’azienda.

Quindi partiamo dagli acronimi più comuni che sono:

ASAP 

Che sta per As soon as possible, ed è utilizzato nelle email e nelle comunicazioni scritte per indicare che si richiede o si assicura la massima velocità possibile.

FYI

Significa For Your Info, è spesso usato per chiudere una email e viene utilizzato quando stai inoltrando una comunicazione o quando invii un aggiornamento ad una persona terza per coinvolgerla ad un progetto, magari un superiore che chiede di essere tenuto al corrente sull’andamento di un progetto.

B2B

Business to Business molto comune per distinguere quelle aziende che si rivolgono ad altre aziende. Solitamente è il modo più rapido per distinguere le società di consulenza o attività commerciali che hanno rapporti solo con altre aziende e non lavorano con i consumatori finali.

B2C

Business to Consumer sono quelle attività che all’opposto delle precedenti scelgono di lavorare principalmente con i consumatori finali.

QR

Termine molto noto, ma anche molto spesso confuso e che sintetizza le due parole Quick Response e cioè risposta rapida. Il Qr è usato per descrivere il codice a barre tridimensionale che quando letto da un telefono o da un lettore tridimensionale appunto, restituisce un input di risposta veloce che può eseguire un comando, come visualizzare una pagina o contenere informazioni complesse come nel caso del famigerato Green Pass che tutti ormai conosciamo

Gli acronimi che devi conoscere che sono usati nel marketing e il web marketing sono:

CTA

Che sta per Call To Action, cioè chiamata alla azione ed è un termine usato per indicare l’azione che si vuole far compiere all’utente. Può corrispondere a più di un tipo di azione, come ad esempio un acquisto o un click su un bottone o più comunemente la registrazione su un modulo form

SEO

Seo sta per Search Engine Optimization e se non ne sai nulla devi sapere che queste singole 3 lettere aprono un mondo ad una serie di attività che determinano il successo o l’insuccesso di ogni singolo sito web, La “seo” è l’insieme di azioni e accorgimenti messi in atto per migliorare la visibilità di un sito per i motori di ricerca ed è un’attività tra le più “artigianali” che io conosca.

Roi

Return on Investment, cioè il ritorno sugli investimenti solitamente si intendono gli investimenti pubblicitari. Questo termine è fondamentale, perché conoscendo il proprio Roi un’azienda può decidere o meno come investire nel futuro.

Cac

Costo di acquisizione cliente, ed è il valore che l’azienda paga per arrivare ad acquisire un cliente pagante. Conoscendo questo valore e rapportandolo con l’utile medio che un cliente genere, è possibile conoscere il proprio ROI

CLV

Sta per Customer Lifetime Value, cioè il valore che un cliente rende durante la sua vita (come cliente). Cioè quale è il valore assoluto che un cliente rende per un’azienda. Questo valore è un po più complesso della media da calcolare, ma tiene conto del tasso di abbandono, cioè da quanti clienti abbandonano l’azienda e da quale è il rendimento medio annuo del cliente. Il CLV è un valore prezioso per quanto è utile.

Di termine utili e preziosi ce ne sono molti ma quello che io più amo è RFM, che non è molto conosciuto ma che quando conosciuto fa la vera grande differenza tra un’azienda che conosce il proprio mercato ed una che naviga a vista.

RFM

Sta per Recency, Frequency e Monetization, cioè Recenza, quanti giorni o quanto tempo è passato tra un acquisto e il precedente, Frequenza, quante volte il cliente ha effettuato un acquisto e monetizzazione quanto ha speso. Questo indicatore permette di capire chi sono i clienti che si servono di un’azienda su cui puntare perché fedeli e chi invece non è affidabile.

L’indice RFM è l’indicatore più utile nella creazione di target per un’azienda.

Gli acronimi sono tanti ed è importante sapere quali conoscere e usare e quali sono superficiali, anche di questo parleremo durante la sfida per Triplicare Te Stesso 

 

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Ciao e a presto!

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Cosa automatizzare

Cosa automatizzare

Cosa automatizzare

Cosa automatizzare nel tuo lavoro o nella tua azienda?

Pensa se domani avessi un’ora di tempo in più. Come la impiegheresti?

E se dopo due settimane le ore libere diventassero due?

In questo sogno, tra 4 mesi sei salito a 3 ore in più libere e dopo 6 mesi hai liberato 8 ore di tempo. Come se lavorassi un giorno in meno.

Fichissimo!

Hai un piano per farlo? Inizia a pensarci.

Sogni? No progetti!

In questo articolo ti dirò cose che pensi di sapere, ma io proverò a spiegarle in un modo diverso da come le hai lette, sentite o viste fino ad ora.

La novità sta nel fatto che le mie non sono teorie, ma esperienze che ti trasmetto. Poi sta a te adattarle al tuo contesto e capire se ti possono essere utili.

Quando si parla di cosa automatizzare, si pensa sempre alla creazione di mega funnel ultra automatici e complessi che semplificano la vita dell’azienda e dell’imprenditore aumentando la vendita, diminuendo lo spreco e migliorando le prestazioni di chiunque faccia parte dell’azienda stessa.

“Se mio nonno aveva tre palle era un flipper dicono ad oxford.”

Lo scenario multi automatico è realistico quanto un film anni 80 in cui un adolescente entra per caso nei sistemi informatici della nasa e rischiamo tutti la terza guerra mondiale.

Fantascienza!

L’automazione in azienda è altro!

L’automazione in azienda è la capacità di semplificare i processi che già esistono rendendoli, per ciò che è possibile, automatici. 

Si inizia sempre da ciò che esiste, magari verificandolo prima, ma si inizia da ciò che esiste.

Dalle email di risposta automatiche, dai preventivi automatici, dalle offerte standardizzate, da un piccolo e commerce per essere pagati regolarmente, da un sistema di alert se il pagamento non arriva o da un calendario per organizzare il proprio tempo.

Inizi a vederlo?

Il tuo ufficio dove le interazioni con i clienti, con il pubblico o tra te e il mondo esterno è diverso. Più organizzato, meno casuale ma più dentro schemi pre-organizzati, pre-definiti.

Questo è fondamentale per evitare il caos.

L’errore più comune che vedo è che per realizzare grandi progetti poi si tralascia il lavoro quotidiano o non si è in grado di mettere a frutto ciò che esiste.

Il risultato più evidente è che invece di semplificare ci si complica la vita.

Mentre partendo dal semplificare e poi automatizzare ci si ritrova a fare lo stesso lavoro ma in tempi inferiori, con minore impiego di risorse e con minore possibilità di errore.

Pensiamo al lavoro di un imprenditore, che si svolge la maggior parte del tempo in autonomia, almeno per me succede questo. Anche a te?

  • Ad esempio avere un sistema di acquisizione dati dei clienti automatizzato ha ridotto il tempo che impiegavo prima per procacciare contatti.
  • Gestire le richieste di informazioni con un sistema di call collegate al calendario e ad un sondaggio pre appuntamento mi permette di ridurre il tempo delle riunioni e offrire un servizio migliore a chi vuole parlare con me.
  • Gestire le vendite con un e commerce che giro ai contatti quando chiedono il mio supporto o i miei servizi è il modo migliore per legare il lavoro al fatturato.

Non è un funnel?

Vero non lo è, ma sono ore e ore di lavoro risparmiato. L’interazione umana è impossibile da automatizzare, ma la gestione delle azioni dei clienti e le mie risposte operative possono esserlo.

Un funnel può comprendere parte delle attività che oggi ho “automatizzato”, ma solo perché sono consapevole del processo intero e di come questo funzioni.

Per cui, quando si parla di cosa automatizzare, e qualcuno ti parla di funnel elaborati, verifica quanto realmente abbia automatizzato fino a quel momento del suo lavoro.

Solo partendo dalla base e con delle buone fondamenta puoi costruire un palazzo che resiste.

Creando processi automatici, crei degli asset che liberano il tuo tempo, che poi, puoi dedicare al tempo libero, alla famiglia, ma anche ad ottimizzare ancora di più la tua azienda, per realizzare quel mega funnel di cui si parlava all’inizio.

Ma solo dopo aver creato gli asset che ti hanno restituito qualche ora del tuo tempo, sarai in grado ti mettere a leva quelle ore recuperate.

Nei cinque giorni di sfida che iniziano a gennaio parleremo anche di questo. Iscriviti gratuitamente alla la sfida per Triplicare Te Stesso

 

 

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Quando Kartra aiuta Babbo Natale

Quando Kartra aiuta Babbo Natale

Quando Kartra aiuta Babbo Natale

Tu credi a Babbo Natale?

Non importa se ci credi o no perché sono sicuro che c’è stato di certo un periodo in cui ci credevi ed è per questo che c’è un sacco di gente che fa di tutto per preservare i sogni di tutti quelli (come te in passato) che ancora ci credono.

Non ho scritto quei bambini che ci credono, perché Babbo Natale è importante sia per grandi che per i bambini. Se hai dei figli sai per certo che Babbo Natale è un modo per ottenere molto semplicemente nominandolo in caso di disobbedienza…

Finisci le verdure o Babbo Natale non ti mette tra la lista dei buoni, non litigare con tuo fratello o Babbo Natale non ti porta i regali, fai i compiti o Babbo Natale se ne accorge e così via.

Non penso di essere l’unico che lo usa come strumento per far fare ai miei figli qualcosa che non vogliono fare.

Tra le persone che lavorano dietro alle quinte del mondo di Babbo Natale c’è un imprenditore e organizzatore di eventi che si chiama Domenico Marchetti, che ha creato un suo brand dal nome Vero Babbo Natale.

Cosa fa Vero Babbo Natale?

Crea delle video dediche per i bambini, in risposta alle letterine inviate.

La cosa potente che rende Vero Babbo Natale un esempio per tutti è che Domenico lavora solo con attori in grado di interpretare Babbo Natale senza dover usare barba finte o trucco… Quegli stessi attori che magari lavorano con grandi brand come Vodafone o Coca cola poi possono registrare un messaggio per i tuoi figli e dirgli che sono felici di aver ricevuto la loro letterina.

Boom!!!

Non hai idea dell’effetto che questo genera nei bambini.

Che centra questo con il marketing e l’automazione? Bhe con il marketing direi molto perché l’idea differenziante di Vero Babbo Natale è potente. Solo un Vero Babbo Natale può interpretare Babbo Natale. Con l’automazione anche il legame è potente.

Dietro Vero Babbo Natale c’è un funnel potentissimo che permette a Domenico di vendere e concentrarsi sulla produzione senza stress.

Le fasi in sintesi sono le seguenti:

  1. Il genitore va sul sito e decide di far registrare il video per il figlio/a
  2. Riempie un questionario con le info che Babbo Natale deve conoscere
  3. Effettua il pagamento o riceve una email che lo invita a confermare l’acquisto
  4. Il genitore riceve una copia del testo che Babbo Natale leggerà e conferma o chiede delle modifiche
  5. Ad approvazione avvenuta il testo passa a Babbo Natale che lo registra
  6. A registrazione avvenuta il video viene caricato online e inviato al genitore

Tutto questo avviene in modo automatico e le fasi in cui Domenico avviene sono solo quelle in cui qualcosa va storto, nel caso il genitore voglia modificare il testo pure avendolo già approvato o se ci sono domande per cui il genitore voglia parlare con qualcuno.

Ma a parte i casi particolari che fanno parte dell’imprevedibile il lavoro di Domenico è automatizzato grazie a Kartra. 

Ti domandi come?

Te lo spiego con piacere avendo aiutato Domenico a realizzare il suo funnel.

Uso l’elenco per esplodere ogni fase e descriverti cosa accade nel back end.

  1. Il genitore va sul sito e decide di far registrare il video per il figlio/a
    • La decisione è gestita da Kartra che contiene al suo interno diversi tipi di prodotti e in base al prodotto cliccato il genitore descrive per quanti bambini vuole far registrare il video a Babbo Natale. Ma non è in questa fase che avviene il pagamento. Qui il genitore decide solo di far registrare un video.,
  2. Riempie un questionario con le info che Babbo Natale deve conoscere
    • Quindi in base alle seleziona precedente il genitore si troverà a riempire un questionario differente su una pagina differente. Ogni pagina ha un form differente che attribuisce un tag differente per far sapere a Babbo Natale per quanti bimbi deve registrare il video.
  3. Effettua il pagamento o riceve una email che lo invita a confermare l’acquisto
    • La pagine grazie del form è in realtà la pagina di pagamento e qui il genitore ha due opzioni, confermare l’acquisto pagando o chiudere tutto. Se paga il processo continua velocemente con la verifica del testo, se non compra, dopo un ora parte una sequenza di carrello abbandonato dove il genitore è invitato a confermare l’acquisto entro 7 giorni o dovrà ricominciare da capo e Babbo Natale potrebbe tardare nella consegna del video.
  4. Il genitore riceve una copia del testo che Babbo Natale leggerà e conferma o chiede delle modifiche
    • Per quei genitori che confermano l’acquisto l’avventura continua perché Kartra usando i dati inseriti nel form. Invia una mail con il testo che Babbo Natale leggerà per il bambino o bambina. Se il testo piace, il genitore conferma cliccando un bottone o chiede una modifica e torna sulla pagina precedente e modifica il testo che aveva inserito all’inizio. Questa è una fase delicata perché se non c’è la conferma definitiva Babbo Natale non riceve nulla.
  5. Ad approvazione avvenuta il testo passa a Babbo Natale che lo registra
    • A conferma definitiva avvenuta, la palla passa al team di Domenico che con il Vero Babbo Natale si mette velocemente all’opera e registra la video dedica, in tempi record, perchè in realtà questa è l’unica attività che viene svolta. Tutto quello che hai letto fino ad ora è fatto da un programma (fighissimo) automatico che si chiama Kartra.
  6. A registrazione avvenuta il video viene caricato online e inviato al genitore
    • Il team di Vero Babbo Natale salva il video sempre dentro Kartra, che fornisce un link diretto che viene inviato anche in questo caso in automatico al genitore che può decidere di condividerlo o scaricarlo.

Anche Babbo Natale usa Kartra, questa cosa mi fa ridere ma potremmo dire che anche Kartra è un Elfo di Babbo Natale.

Forse sarebbe più corretto dire che Domenico Marchetti e il suo bellissimo progetto Vero Babbo Natale sono la prova che con la corretta visione e uno strumento adeguato è possibile realizzare qualsiasi strategia con Kartra.

Anche di questo parleremo nella sfida Triplica Te Stesso in cui ti invito a partecipare per avere Risultati X 3

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Consiglia questa puntata se pensi che possa essere utile a qualcuno. Io per ora ti ringrazio.

Ciao e a presto! 

 

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Disegna la mappa del tesoro e trova gli indizi!

Disegna la mappa del tesoro e trova gli indizi!

Disegna la mappa del tesoro e trova gli indizi!

Conosci la Customer Journey e i Touch point?

Leggi questo articolo per imparare a disegnare la mappa del tesoro e trovare gli indizi per arrivare al tuo tesoro!

Se fossi un pirata alla ricerca del tesoro avresti bisogno di una mappa.
Magari la fortuna ti assiste e sarebbe leggibile oppure ne mancherebbe qualche pezzo e allora dovresti trovare il modo di comprendere il percorso da percorrere per arrivare al tuo tanto bramato tesoro.

Sei un pirata tu?
No immagino di no, allora come lo trovi il tesoro?

Ma soprattutto quale è il tesoro che vuoi cercare?
Diciamo che vuoi trovare il tesoro più prezioso, il cliente o meglio vuoi che il cliente trovi te.

Eccolo! È lui il tesoro più prezioso per un imprenditore!
La preferenza del cliente!

Ma come arriviamo a trovare il tesoro? Torno all’inizio e ti dico che devi avere la mappa del tesoro, che ne marketing si chiama “Customer Journey”.

Tradotto in italiano è Viaggio del Cliente.

Ma la cosa bella è che non devi cercarla in bauli antichi o recuperarla rubandola a bucanieri poco raccomandabili, devi solo fermarti a ragionare e provare a leggere gli scenari intorno a te.
Lo fai mai? Ti fermi mai a pensare a che strada ha fatto o in che modo l’ultimo cliente è arrivato da te?

Sono informazioni preziose perché solo sapendo come qualcuno è arrivato da te puoi farne arrivare altri.
In realtà tu hai anche un arma segreta che i pirati non avevano, cioè i “Touch Points”.

I punti di contatto (in italiano è meglio) sono gli indizi che aiutano il tuo contatto a trovare più velocemente il tesoro.
Sono in realtà degli episodi in cui in qualche modo c’è stata una interazione con qualcosa che rappresentava te, il tuo brand o la tua azienda.

Perché sono preziosi? Pensaci

Se esistono degli indizi, delle esperienze che il tuo pubblico vive che li spinge a trovare il tesoro, prima, con più velocità o senza distrazioni, allora il punto di contatto è come un momento magico in cui il tuo futuro cliente viene spinto ad accelerare la velocità.

Uso il verbo spingere non a caso, ricordi quando ti ho parlato del flipper che rappresenta il funnel?
Bene i punti di contatto sono le leve del flipper che fa cambiare direzione ai tuoi contatti per farli restare in gioco e per farli rimbalzare ancora in giro.

Pirati, mappe, indizi e ora flipper e leve…
Non voglio confonderti, ma spero di farti immaginare quello che in realtà succede ad un contatto prima di diventare cliente, perché è di questo che stiamo parlando.

In termini scientifici c’è chi la mette in modo più formale, come Philip Kotler che ha studiato (e studia) la Customer Journey e la spiega in questo modo.

Philip Kotler fa chiarezza attraverso le 5 A:

  1. Aware: cosa porta le persone a conoscerti per la prima volta.
  2. Appeal: è l’attrazione che le persone iniziano a sentire verso la tua attività.
  3. Ask: la fase in cui raccolgono informazioni su di te.
  4. Act: l’azione, quando decidono di acquistare.
  5. Advocate: corrisponde al passaparola, il consiglio che daranno ad altri e il come parleranno di te.

Ognuna di queste parole rappresenta una fase di un funnel che idealmente restringe la platea di persone che entrano in contatto con la tua attività, che decidono di acquistare e che parleranno di te.
La gestione della Customer Journey può essere automatizzata e, soprattutto, personalizzata a seconda dei comportamenti seguite dalle persone che entrano in contatto con te.

Poter mappare il percorso delle persone, da quando entrano in contatto con te a quando diventano clienti, è molto utile per rendere più efficaci soluzioni e strategie.

Utile per capire quali sono i canali che funzionano maggiormente e cosa viene apprezzato dai clienti.

Più informazioni ottieni e più riuscirai a decidere su cosa investire, cosa sponsorizzare e dove fare pubblicità.

Anche di questo parleremo durante la Sfida Triplica, la sfida di 5 giorni in cui ti invito ad iscriverti prima possibile per garantirti il tuo posto.

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Conosci il pubblico

Conosci il pubblico

Conosci il pubblico

Conosci il tuo pubblico?

Se solo sapessi cosa vogliono i miei contatti, i miei clienti…

Te lo sei mai domandato? Io spesso!

Alla fine però ho trovato il modo di recuperare la risposta.  Per me funziona e penso che funzioni per tutti, e scrivo questo articolo proprio per descrivertelo e spiegarti il metodo che uso per capire il bisogno dei miei contatti, prima di scambiare anche una singola parola.

Di certo puoi immaginare quanto questa situazione mi faciliti nel lavoro.

Pensa cosa cambia in ogni trattativa, telefonata o semplice email che scrivi se conosci in anticipo la reale esigenza della persona con cui stai interagendo, prima che tu abbia scambiato una singola parola con lui o lei.

Super poteri? NO

Io uso quiz e sondaggi

Certo ora tu starai pensando che se una persona risponde ad un sondaggio o a un quiz, in realtà te lo sta dicendo cosa vuole. Beh si, hai ragione, ma il vantaggio principale che sono riuscito ad automatizzare tutto il processo per cui domando e ricevo risposta. Perché mentre il mio tempo non è automatizzabile, un sondaggio o un quiz si.

Per cui usando sondaggi e quiz io riesco a conoscere cosa vuole una persona prima di iniziare a parlarci. Scopro che problema vive o come vorrebbe cambiare il proprio lavoro o la propria vita in modo automatico. Mi piace molto la parola automatico e a te?

Ad esempio uso i sondaggi prima di parlare con qualcuno di sconosciuto che mi chiede una call. Gli scenari che si creano sono tutti utili. Ti faccio degli esempi concreti.

Premetto che ho impostato la possibilità di fissare una call con gli sconosciuto non prima di 3 giorni da quando la richiedono, e se leggi capirai il perché:

  1. Mi chiedono una call, ricevono una mail di conferma e una richiesta di compilare un sondaggio in cui faccio domande aperte per conoscere che problema hanno e in che modo hanno cercato di risolverlo fino ad ora. Il contatto risponde al mio sondaggio e durante la call gli do l’aiuto che cercava e dopo di che decide di iniziare una consulenza a pagamento con me. (Scenario 10 e lode)
  2. Qualcuno va sul mio sito, mi chiede una call, ma non risponde al sondaggio, io lo sollecito con una mail automatica, in casi eccezionali anche con un sms, ma non ricevo risposta, allora annullo l’appuntamento e libero il mio tempo. (Scenario 10 e lode perché anche se non ho raggiunto il mio scopo ho evitato di perdere tempo con chi è fuori target)

In entrambi i casi sia che io abbia ricevuto le risposte alle mie domande o non le abbia ricevute, ho sempre un vantaggio. Il sondaggio in questo caso è prezioso perché ha il potere di qualificare e squalificare.

Qualificare perché mi fa conoscere le risposte alle mie domande prima che io mi sieda davanti al pc per una call o ancora meglio che vada di persona ad un appuntamento, a maggior ragione anche squalificare un contatto che mi chiede un appuntamento ma non trova il tempo per rispondere alle mie domande è qualcuno con cui non ho voglia di interagire. Perché mi costringerebbe a rifare le stesse domande di persona quando rispondendo al sondaggio avrei avuto modo di prepararmi e di andare più velocemente e con maggiore preparazione a risolvere i suoi eventuali problemi.

Conosci il pubblico?

Gli strumenti che Kartra offre per conoscere il pubblico principalmente sono due:

  • Quiz e
  • Sondaggi

Sono entrambi preziosi perché costituiscono un asset prezioso per un’azienda che vuole automatizzare il proprio business. Non entro nel dettaglio di come funzionano perché per quello ti invito a controllare i tutorial che ho creato al riguardo nel Corso di Kartra, ma ci tengo ad evidenziare le differenze e come queste usate in modo appropriato ne aumentano ancora di più il valore.

I sondaggi e quiz possono avere domande a risposte multiple, o risposta binaria (si o no) una risposta con scala da 1 a 5 o fino a 10 e molto ancora.

Le macro differenze sono:

  1. I sondaggi possono avere domande con risposte testuali aperte, i quiz no
  2. I quiz hanno sempre domande giuste e sbagliate, i sondaggi no
  3. I sondaggi hanno domande obbligatorie e facoltative, nei quiz tutte le domande sono obbligatorie
  4. I quiz premiano automaticamente chi supera in modo positivo le domande, nei sondaggi no

Detto questo le strategia applicabili sono tante e gli usi ancora di più.

Un quiz dopo un corso, un sondaggio di apprezzamento per un servizio ricevuto, un sondaggio per chi non ha comprato, un quiz per passare da un livello al successivo di un corso e molto ancora.

La prima regola di vendita che ho imparato

La prima regola commerciale che mi è stata insegnata è:

Chi Domanda Comanda

 

L’hai mai sentita? Io si e pensando ancora a come capire il pubblico, a maggior ragione penso che usare i sondaggi e i quiz che trovi in kartra è la migliore scelta che puoi fare

Scopri come usare i quiz e i sondaggi durante la sfida per Triplicare Te Stesso

 

 

 

Io sono Stefano Benvenuti e sono un Kartra Expert e Affiliato Kartra, se vuoi realizzare il tuo progetto digitale visita il sito www.stefanobenvenuti.com e contattami.

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Vendere Contenuti: Alessio Beltrami

Vendere Contenuti: Alessio Beltrami

Vendere Contenuti: Alessio Beltrami

Vendere contenuti è fondamentale

Che tu sia un imprenditore, un manager o un artigiano qualsiasi capacità, conoscenza o super potere tu abbia, se non lo comunichi nessuno lo saprà.

Se non crei contenuti nessuno ti pagherà mai, se non comunichi non esisti.

Non esagero scrivendo (e pensando) quello che hai appena letto.

Dal 2017 ad oggi ho il piacere e l’onore di seguire e studiare quello che Alessio Beltrami crea e distribuisce. Mi sono avvicinato ai suoi contenuti attraverso il podcast, poi i libri e poi nella sua academy.

Dal 2021 ho il piacere di seguirlo e supportarlo nella automazione delle sue strategia attraverso Kartra.

Di seguito riporto la sua testimonianza e poco più in basso puoi leggere la trascrizione di quello che ha detto.

Quello che più mi piace nell’ascoltare le sue parole è che si capisce che il valore aggiunto non è nel supporto tecnico che certo è rilevante, ma nella capacità di sbloccare quelle situazioni, quei progetti che altrimenti resterebbero senza vedere mai la luce.

Ascolta quello che ha da dirti Alessio Beltrami. 

 

Sono Alessio Beltrami il fondatore del metodo di scrittura efficace Riscrivi e ormai da diversi anni mi occupo di formazione.

Che per me significa registrare video, andare in aula, tenere lezioni online e offline, pubblicare libri, registrare podcast. 

Come accade per tantissimi altri formatori il problema della produzione di contenuti non mi ha mai toccato. Nel senso che ho un archivio veramente gigantesco e da questo punto di vista. 

Il problema si è posto nel momento in cui ho voluto rendere riscrivi, il mio metodo di scrittura, fruibile attraverso un corso. 

Perché qua mi sono scontrato con un’altra realtà, che non ha a che vedere con le mie competenze con il mio lavoro e qui sicuramente l’apporto di Stefano e soprattutto il consiglio, la guida che ho avuto nell’utilizzo di Kartra è stato decisivo per il successo che poi ha avuto anche in termini economici, vendendo Riscrivi come prodotto, come corso online.

Perché è quello che è successo, è che mi sono scontrato per la prima volta con delle altre dinamiche che non erano più mettere le persone in aula o portare la persona a vedere una live e cose di questo genere, ma fare si che tutto il materiale che io avevo a disposizione, materiale didattico e anche la sua presentazione commerciale fossero funzionali a fare sì che poi questo prodotto potesse essere venduto, anche con diversi privilegi di accesso. 

Vendere una versione base è una versione premium e tutte questioni che entravano nel tecnico, ma non erano puramente degli aspetti tecnici, erano degli aspetti strategici.

Per far fruttare al massimo tutto quello che era il mio lavoro accumulato negli anni, e in particolare il lavoro che che avevo fatto con Riscrivi

Quindi la mia soddisfazione è totale.

Ma devo dire che senza il supporto di Stefano, senza la guida di Stefano, per capire come utilizzare kartra, che è una macchina meravigliosa ma ovviamente bisogna comprenderne anche le dinamiche le funzionalità.

Senza tutto questo, io avrei e tutto il mio materiale è tantissimo know how tantissima conoscenza che però non avrebbe trovato l’opportunità di trasformarsi in qualcosa di commercialmente vendibile.

Come poi invece è successo con Riscrivi e con altri prodotti che ho curato su Kartra sempre grazie a Stefano.

Quindi il la mia testimonianza è di piena soddisfazione ed è anche una testimonianza di consapevolezza, siamo sempre forti di quella che è la nostra conoscenza di quelle che sono le nostre competenze, ma nel momento in cui ci troviamo a giocare una partita in un altro campo, in questo caso nel campo di un software che rende vendibile tutta la nostra proprietà intellettuale in forma di corsi e contenuti e quanto altro, in questo caso abbiamo due possibilità o ci accorgiamo che abbiamo dei limiti e che ci facciamo aiutare e a me è andata bene, oppure ci facciamo del male perché da soli i contenuti da soli i video, le lezioni o qualsiasi scoperta rivoluzionaria non si traducono in automatico in clienti.

Quindi grazie stefano e sono pienamente soddisfatto di tutto lavoro abbiamo fatto assieme

Se il tuo obiettivo è conoscere per poi applicare la tua strategia per automatizzare la vendita dei tuoi contenuti, iscriviti alla sfida per Triplicare Te Stesso 

 

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