Un settore da 325 Miliardi di Dollari

Un settore da 325 Miliardi di Dollari

Un settore da 325 Miliardi di Dollari

Un settore da 325 miliardi di dollari

Voglio raccontarti la storia di una signora americana che nel 1995 ha lanciato un sito web. Questa signora si chiama Lynda Weinman, ha iniziato a creare un proprio sito, a comprare un dominio per 35$, voleva insegnare alle persone il web design. Nel 1995 quindi ha creato un blog in cui ha iniziato a spiegare come creare un sito web. All’inizio lo faceva gratis poi siccome le richieste di aiuto e supporto arrivavano abbastanza numerose ha iniziato a creare una sorta di abbonamento, dei corsi, all’inizio chiedeva 25$ al mese per aver accesso alle sue lezioni a pagamento. Pagavi 25$ al mese e ti faceva accedere a dei videocorsi in cui ti spiegava come creare un sito su front-office, come creare un sito in HTML, qualcosa che se lavori o conosci internet puoi immaginare, ma era il 1995!

All’inizio non era semplice ma dopo un po’ di tempo aveva raggiunto 1000 persone che le pagavano l’abbonamento per accedere ai suoi corsi, quindi guadagnava 25.000$ al mese. Continuò quindi ad inserire corsi in cui spiegava come si creava un ottimo web design, siti web e ha iniziato a creare in 5 anni una base di clienti mostruosa, parliamo di 100.000 membri, quindi 2.5 mln di dollari di entrate mensili vendendo videocorsi in cui si spiegava come creare un sito web.

Nel 2015 è arrivato Linkedin che ha comprato il suo sito web che ha pagato 1.5 mld di dollari. Si hai sentito bene, un 1.5 mld. 

Il settore da 325 miliardi di cui ti parlavo prima è proprio questo: l’e-learning, il settore dei videocorsi, della vendita della conoscenza. 

In questi giorni è partito il corso di Roberto Cerè, lui vende corsi con Omniavideo e ha una grande base dati. Il successo di Linda non è tipico così come quello di Roberto, ma comunque c’è un grande mercato molto aperto e disponibile. Anche se tutti non se ne rendono conto ha una barriera d’ingresso irrisoria. 

Poter iniziare a creare corsi, videocorsi e venderli, oggi è alla portata di tutti. Oggi ci sono strumenti online come Kartra che permettono di iniziare a vendere videocorsi. Ti basta creare un tuo dominio, un tuo sito e iniziare a creare contenuti video, pdf, script, mano a mano che li inserirai avrai creato il tuo corso, la tua base dati. Molti hanno la sindrome dell’impostore, magari non si sentono abbastanza competenti per poter insegnare agli altri perché magari pensano che devono acquisire maggiore consapevolezza, maggiori strumenti. 

Se una persona ha dei riconoscimenti, ha fatto qualcosa di importante e per questo può attirare anche maggior pubblico è avvantaggiato. Anche oggi chi non ha mai avuto riconoscimenti esterni può insegnare molto agli altri. 

Se pensiamo agli insegnanti a scuola, abbiamo seguito la nostra istruzione con professionisti, con persone che ci hanno insegnato l’italiano, l’inglese e l’informatica ma non per questo erano laureati con il massimo dei voti o magari avevano scritto libri internazionali o vinto premi di qualche tipo. Erano professionisti che riconoscevano il loro lavoro, la loro materia e per questo la insegnavano a noi da ragazzi. Altrettanto se siamo capaci di fare qualcosa, se siamo in grado di cucinare, di programmare, di suonare uno strumento, di fidelizzare la clientela, possiamo insegnarlo agli altri anche tramite dei corsi. Questa è la consapevolezza, l’argomento che oggi dovrebbe essere tenuto a mente da tutti quelli che cercano anche di aumentare il proprio fatturato, che cercano di creare anche una nuova fonte di business. Non è detto che sia da 1 mld e mezzo, già se una cosa del genere se dovesse aumentare le proprie entrate con qualche centinaio di euro in più mensili, sarebbe un qualcosa in più, magari è una cosiddetta entrata secondaria che può nel tempo crescere, può rimanere costante o magari non funzionare. 

Il timore è di creare un corso, un must di conoscenza, video, tanti corsi e magari non vendo niente a nessuno. Puoi iniziare creando il tuo sito web, contenuti per una ventina di lezioni, magari ad un prezzo basso per capire se quello che stai vendendo piace alle persone e se dovesse piacere puoi aumentare il numero delle informazioni. Puoi creare nuovi corsi, un corso di secondo livello. Tutte queste tecniche e funzioni possono essere gestite con un programma Kartra di cui ti sto parlando perché al suo interno puoi creare sia un sito web, sia delle membership, sia puoi acquisire e gestire informazioni di quelli che poi andranno ad acquistare e vendere. 

Un mercato in continua crescita

Quello che molto spesso viene sottovalutato è che oggi questo mercato continua a crescere, soprattutto nel 2020 dove dopo la fase di lockdown le palestre hanno iniziato a creare corsi virtuali, tutte le aziende, i professionisti, lavorano in smartworking. L’Italia è spaccata da tracce che vengono fatte dall’operatore di telefonia unico perché sta per aumentare la connettività all’interno delle case. Non tutti oggi vanno su Internet, ma quelli che lo fanno traggono beneficio. 

Non è detto che devi creare l’enciclopedia Treccani o la cura contro le malattie, ma se hai una conoscenza sul tuo lavoro, se sei un professionista, commercialista, avvocato e sai far bene qualcosa puoi insegnarlo, magari c’è qualcuno che vuole approfondire per apprendere il tuo know-how. Puoi essere tu l’insegnante senza l’ispirazione di dover cambiare il mondo ma con quella di migliorare la vita di chi acquisirà il corso. 

325 miliardi entro il 2025, abbiamo dappertutto la verifica del fatto che crescono il numero dei corsi venduti e acquistati, quello che manca è probabilmente il tuo. Se sei un automater e vuoi maggiori informazioni visita la pagina kartraitalia e stefanobenvenuti.com, clicca “inizia da qui” e riceverai l’accesso ad un’area di membership gratuita per vedere come funziona Kartra, come si può creare un proprio corso e metterlo online.

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Fare di più con meno

Fare di più con meno

 

l 1° Podcast dedicato agli imprenditori che vogliono gestire il proprio lavoro con il pilota automatico. Automater è per chi vuol fare di più con meno. 

Fare di più con meno

L’aspettativa di lavorare allo stesso modo e avere maggiori risultati o avere gli stessi risultati con più tempo a disposizione lavorando di meno è una buona aspettativa. 

Come raggiungere questo obiettivo?

Bisogna essere consapevoli che oggi il tempo è la risorsa di maggior valore perché è quella che non gestiamo. Quando sono diventato lavorato dopo esser stato studente a me mancava l’aria. Nonostante uscissi sempre quando ero universitario, nel momento in cui ho iniziato a lavorare sono dovuto sottostare a degli obblighi di lavoro. 

Dovevo organizzare il mio tempo avendone meno a disposizione per quello che volevo fare. Per almeno 8 ore infatti dovevo lavorare in ufficio, in un luogo che non era il mio preferito. 

Quando da lavoratore single passi in coppia, il tempo diventa condiviso. In questo caso ti fa piacere passare il tempo con il tuo partner, conoscere il suo mondo, proprio per questo probabilmente inizi a fare anche quello che vuole il tuo partner. 

Quando da coppia si diventa famiglia, non riesci più a gestire il tuo tempo, probabilmente perché hai dei figli, hai dei genitori, dei suoceri, tua moglie. Riuscire a ritagliare del tempo per fare quello che ti piace è complesso, per queste ragioni il tempo è la risorsa di maggior valore. 

Se sei lavoratore dipendente vieni pagato per il tempo che dedichi al lavoro. Quando sei un imprenditore il tempo va messo in scala. Devi cercare di fare in modo che il tuo tempo, a parità di tempo lavorato aumenti il fatturato. L’aspettativa che l’imprenditore lavori di meno non è vera. L’imprenditore lavora sempre, sia prima di dormire che anche a prima mattina quando beve il caffè o quando parla con il commercialista o con la banca. 

L’imprenditore deve cercare di ottimizzare il proprio tempo, per cui fare di più con meno è l’aspettativa migliore che si possa avere. Per mettere in scala il proprio tempo e quindi fare di più con meno è preferibile non fare tutto da soli. 

Non conviene fare tutto da soli, puoi essere bravissimo in molti ambiti ma non in tutto. Sicuramente ci sarà sempre qualcuno più bravo di te che magari è in grado di fare le tue stesse cose in meno tempo e con molta più semplicità. Probabilmente potresti utilizzare anche le sue competenze. Per queste ragioni è necessario capire cosa accentrare e delegare. Cosa è strategico tenere sotto il nostro diretto controllo? 

Cosa possiamo delegare?

Possiamo delegare la fatturazione, la gestione contabile, la modalità di comunicazione, alcune attività ma non tutte. Le attività strategiche non possono essere delegate. Se la nostra azienda produce scarpe e noi disegniamo scarpe, non possiamo delegare il design delle scarpe perché è quel che ci rappresenta. 

Se siamo un’attività di consulenza il nostro know-how è strategico, mentre non lo è l’invio delle fatture. 

L’operatività è delegabile mentre la creatività no. 

Di chi realmente ti fidi?

Io mi fido di me stesso, a volte commetto anche degli errori per cui controllo quello che faccio. A volte passa del tempo e controllo le cose fatte in passato per cercare di capire se posso ottimizzarle. Se penso agli articoli del blog, cerco di rileggere quelli scritti velocemente per migliorarli. 

A volte si dice che chi fa da sé fa per 3. È più semplice fare che delegare. 

Come decidere a chi delegare?

Deleghi alle persone che hanno, secondo le tue aspettative, le conoscenze che li rendono capaci di fare quel che vorresti fare ma che vuoi delegare. 

Come fai a capire cosa delegare quando deleghi un’attività che non sei in grado di fare?

Io non sono un programmatore, un grafico, per questo cerco di utilizzare un sistema diverso. Innanzitutto descrivo il risultato desiderato. Se ho bisogno di fare di più con meno e ho capito che posso accentrare alcune cose ma non tutte, devo capire a chi delegare. Per farlo innanzitutto devo essere consapevole del risultato desiderato, faccio quindi una descrizione minuziosa. 

Uso in seguito dei portali per cercare freelance come: Freelance, Fiverr o UpWork dove puoi trovare dei consulenti che ti aiutano a fare qualcosa che non sei in grado di fare. 

È importante però che tu sappia già cosa vuoi fare. In seguito definisci un budget, quanto vale la creazione di quello di cui hai bisogno. Se non ne hai idea guardi il costo orario di una persona. Su molti di questi sistemi è possibile trovarlo. Su Fiverr ad esempio viene descritto il costo medio di un’azione, se devi fare un jingle o una copertina per un e-book o per trascrivere un audio, per cui ti rendi conto di un costo medio. 

Una volta che hai definito il risultato e hai cercato e trovato qualcuno che possa darti supporto e definito il budget, il passo successivo è quello di riportare la descrizione di quello che vuoi creare in Italiano ed in inglese. Se non sei capace o non conosci l’inglese, vai su Google Translate e fai tradurre il messaggio e lo copi dove devi creare un annuncio. 

Piccolo suggerimento: collabora con i professionisti con le migliori quotazioni. Non cercare il prezzo più basso, “chi più spende meno spende”. È meglio spendere per qualcuno che ha più quotazioni, quindi ha più esperienza o qualcuno che ha un costo orario lievemente sopra la media o nella media piuttosto che andare a cercare quello che conviene di più, non devi essere tu a testare il servizio, cerca qualcuno che ha già fatto quella tipologia di lavori. 

Il tuo scopo è fare di più con meno tempo ma non con meno soldi, quindi è preferibile investire qualcosa in più e trovare il partner giusto perché questo ti porterà un guadagno ed un risparmio nel tempo. 

“Datemi una leva e solleverò il mondo” diceva Archimede nell’antica Siracusa. 

Bisogna essere consapevoli dei propri limiti e le risorse vanno ottimizzate. Sapendo che non hai alcune competenze, ad esempio per creare una grafica, una landing page, una pagina d’atterraggio per un funnel, devi cercare di mettere a leva le tue risorse. Devi essere consapevole dei tuoi limiti per fare in modo che queste risorse vengano ottimizzate, andando a trovare la persona migliore che possa aiutarti a raggiungere il tuo scopo, il tuo obiettivo. 

Cos’è Kartra?

Ottimizzare significa usare strumenti per mettere a leva ciò che hai, come ad esempio i portali o ad esempio il programma che utilizzo che si chiama Kartra che è un software di automazione marketing. Una volta creata una lettera di vendita, un preventivo, un contenuto, questo conviene utilizzarlo ed applicarlo il più possibile. Immagina di aver creato una landing page, hai fatto un video che hai fatto montare con un jingle di apertura e chiusura, hai creato un e-book che le persone devono scaricare per avere le informazioni che gli vuoi dare, e vuoi cercare il modo di creare un funnel in modo automatizzato. Per fare questo devi mettere il sistema a leva e liberarti dall’operatività. 

Kartra ad esempio ti permette di creare landing page, di salvare il tuo file, di automatizzare l’erogazione di questi file in modo molto semplice. Crea tante leve e solleva molti sassi. 

L’obiettivo è quello di fare di più con meno ma tu non fai una cosa sola. Se sei un imprenditore probabilmente fai tante cose. Per sollevare di più devi creare tante leve in questo modo riuscirai a sollevare molti sassi. Inizierai a capire che puoi creare delle automazioni per tante attività separate. Se inizi a capire che ogni risorsa utilizzata libera del tempo diventi ricco. 

Non devi creare una campagna enorme. Conviene creare delle piccole automazioni per singole attività, ad esempio: come acquisire i dati del cliente, come erogare un e-book, come fissare un appuntamento, come vendere un prodotto, come gestire un preventivo. Queste attività insieme ti libereranno di ore e ore di lavoro ogni giorno. Puoi creare anche una membership, queste sono tutte funzioni che puoi trovare dentro Kartra. Io sono affiliato dentro Kartra e ho creato questo podcast “Automater” proprio per spiegare quello che con Kartra tu puoi realizzare. 

Se inizi a capire che ogni risorsa utilizzata libera tempo diventi ricco perché puoi replicare il modello o le attività ogni momento, contemporaneamente anche mentre dormi. Io lavoro tanto ma ottimizzo il mio tempo, andando ad utilizzarlo solo per le attività strategiche delegando a strumenti come Kartra o a Freelence o professionisti che hanno conoscenze, tutto quello che io non riesco a fare. 

Il 10% che non puoi automatizzare è composto da interazione umana dove solo tu puoi fare la differenza. Il 90% del tuo lavoro può essere ottimizzato e automatizzato. Il 90% riguarda la vendita dei prodotti, le informazioni, l’acquisizione dei dati dei clienti, la capacità di gestire l’interazione o di delegare le attività a diverse persone della tua organizzazione, della tua attività commerciale. 

Alla base dell’automazione c’è la moltiplicazione delle capacità. Ci sono delle azioni che non puoi delegare che sono tue o di tuoi partner o collaboratori. Un conto è lavorare per tutto, un altro è focalizzarsi in una singola attività dove lì si è strategicamente importanti. 

Inviare mail, salvare i dati, fare una vendita, erogare informazioni personalizzate, sono singole azioni che possono essere messe a leva automatizzando il processo tramite Kartra, quello che resta è il valore più alto. Devi liberarti dall’operatività. Il tempo ha un valore diverso. In un negozio chi usa l’automazione avrà clienti consapevoli delle differenze che ci sono in quel negozio rispetto agli altri. Saranno stati nutriti e informati delle peculiarità che rendono quel negozio differente dagli altri. 

In un ristorante che usa le automazioni sarà semplice fare delle prenotazioni o richiamare semplicemente i clienti quando prenotano o chiedono informazioni riguardo ad una pietanza o alla disponibilità. 

Un dentista che sappia utilizzare e ottimizzare le risorse non faticherà per ricordare il momento per tornare a controllare i denti. È l’automazione che richiama il cliente e gestisce gli appuntamenti. 

Un meccanico che riesce a comunicare in modo organizzato con i clienti avrà la fila di auto pronte per essere controllate, riparate o semplicemente per farle alzare sul ponte levatoio e farlo lavorare.

Diventando un automater la grande differenza la noti nelle capacità di tornare proprietario del tuo tempo, così come lo eri quando studiavi o eri più giovane. Con l’applicazione del metodo automater riuscirai ad essere in parte o sicuramente più di ora, proprietario del tuo tempo.

Io sono Stefano Benvenuti e se vai sul sito stefanobenvenuti.com puoi prendere informazioni su come funziona Kartra e come diventare un automater. 

A presto!

 

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Non Pensare in Verticale

Non Pensare in Verticale

Non pensare in verticale

Oggi parleremo di funnel, ti do qualche indicazione per capire e cercare di leggere i funnel. Tutti gli esperti che parlano di marketing e automation trattano il tema del funnel. 

Che cos’è un funnel? 

Funnel dall’inglese tradotto in italiano significa “imbuto”, che rappresenta un sistema di vendita. Sono molti quelli che pensano che il funnel così descritto sia qualcosa di recente, legato al mondo digitale, a tutti quelli che sono gli sviluppi del marketing a risposta diretta nell’ambito della Digital Economy, però non è così.

In realtà il primo funnel o la prima strategia che possiamo annoverare come se fosse un funnel è alla fine dell’ ‘800, a opera di un pubblicitario che si chiamava A. Lewis. Ne teorizzò la strategia, il primo funnel, parlando di un modello che viene chiamato AIDA, dove:

  • A sta per Awareness;
  • I sta per Interest;
  • D per Desire;
  • A per Action. 

AIDA è una strategia che vede nella consapevolezza, nella presa di coscienza del cliente che è consapevole della presenza di un prodotto, poi passa allo step successivo in cui dimostra l’interesse verso un prodotto o un gruppo. Dopodiché inizia il desiderio, la strategia deve portare a far creare il desiderio nella persona, nel pubblico, nel possibile cliente, l’aspirazione verso un prodotto o un gruppo di prodotti. Infine prende vita l’azione che porta o all’acquisto o alla consapevolezza di non poterselo permettere. L’azione è la fine dell’imbuto. Teoricamente tutti gli stati del processo prevedono normalmente una parte nel pubblico ma nell’imbuto il traffico viene canalizzato verso una determinata direzione. Nella logica dell’AIDA, tutto quello che è il traffico, il pubblico che potrebbe essere interessato rispetto ad una conversione, agire in un determinato modo come vorrebbe l’imprenditore, il brand, l’azienda, deve essere canalizzato attraverso un percorso. 

Il traffico, quindi il pubblico, viene perso attraverso il percorso. Come se questo imbuto fosse pieno di buchi, un imbuto che non ha un buco solo ma ne ha tanti. Viene perso perché non converte, se tu hai 1000 persone a cui mostri un messaggio, una parte di queste diventano consapevoli del prodotto e una parte lo ignorano. Dopo di che quando sono consapevoli solo una parte mostrano realmente il loro interesse e solo una minor parte ne è portato a desiderarlo. Solo una minima minima parte, raramente compie un’azione. Ad ogni stadio viene prevista una conversione per il passaggio allo stadio successivo. Sei consapevole del processo, se dimostri interesse vai al secondo step, se provi desiderio vai al terzo, se compi un’azione vai al quarto. Nella teorizzazione potremmo dire: “ho un bel messaggio, tutti lo guardano, tutti sono interessati, tutti lo desiderano, tutti lo acquistano”, in un mondo fantastico. 

Nella realtà non è così. Tutte le azioni sono passi di un viaggio, il cosiddetto viaggio del cliente. In ambito scientifico, in ambito del marketing sicuramente ne avrai sentito parlare o descrivere come la Customer Journey. Secondo molti questa fase Digital, in parte fisica e digitale e soprattutto social, in realtà il viaggio del cliente non si può concludere con l’acquisto. 

Kotler diceva che deve proseguire verso il passaparola, verso il referral, verso l’acquisizione di un giudizio da parte del cliente. Il viaggio dovrebbe terminare non quando il cliente ha effettuato l’acquisto ma quando esprime anche un giudizio su questo acquisto perché deve far cominciare il circolo vizioso di altre persone che saranno consapevoli e così via. 

I modelli di funnel

Il più famoso, forse anche il primo in ambito digitale è Jeff Walker. Il suo funnel cioè il Product Lunch Formula risale al 1997. Sicuramente lo conosci perché avrai sentito parlare di un funnel dei tre video e poi l’offerta, bene, è la tecnica di vendita online più utilizzata, diffusa e che ha portato più risultati. 

Frank Kern, anche lui americano, californiano, è un ottimo guru nell’ambito del digitale perché ha creato molte strategie come la “4 Day Cash Machine”, “Book Funnel”. Frank Kern è molto famoso per la sua capacità di copywriter infatti è il primo che ha inventato il Book Funnel. Mentre Jeff Walker parlava di Funnel per acquisire il contatto tramite quelle che lui definisce Join Venture, cioè creare partnership con altre persone, Frank Kern si distingue perché lui dice: “io non divido il mio fatturato con altri ma preferisco pagare Google o i social per portarmi traffico, cerco di ottimizzare i funnel affinché il traffico che mi portano mi porterà alla vendita di altri servizi”. 

Uno si appoggia ai funnel, l’altro dice “faccio tutto da solo”. 

Un’altra persona molto famosa nell’ambito dell’automazione marketing, nella creazione dei funnel si chiama Ryan Deiss. È molto famoso, dicono che sia una delle persone che investe di più in assoluto nei test dei suoi funnel e nelle strategie che utilizza. Ha scritto un libro che ha pubblicato tra i primi come Book Funnel, che si chiama: “Visible Selling Machine”, molto bello. È bello l’incipit del suo libro perché dice: “mi sveglio, bevo una tazza di caffè ma sono tranquillo perché so che durante la notte ho venduto e continuato a vendere perché ho creato la mia invisible selling machine”. È molto famoso anche per la strategia dell’acting, lui dice che se la tua strategia può essere rappresentata in un tovagliolino dall’inizio alla fine e compresa da tutti quella è vincente. 

Un’altra persona che ha fatto milioni o miliardi con i funnel e strategie digitali è Russell Brunson, il creatore di Clickfunnel, l’ideatore della Value Ladder, cioè della scala dei valori, cioè per far crescere il valore della tua azienda devi spostare il tuo cliente da un Ladder all’altro, da un piolo della scala al successivo. Ha scritto diversi libri, io ne ho letti due: Unlock Secret e Expert Secret. Il primo importantissimo per conoscere le tecniche principali per vendere nel mondo digitale, il secondo Expert Secret, che spiega come creare una comunità che ti segue e che ti permette di realizzare i tuoi sogni. 

Queste sono tutte strategie molto potenti, strutturate e funzionanti. Quello che funzionava 10-5 anni fa o anche l’anno scorso non è detto che funziona anche oggi. Se ricevevi un’email promozionale nel 1987 probabilmente l’avresti aperta, oggi sono più le mail che non apriamo piuttosto che quelle che apriamo. Oggi non c’è lo stesso impatto della comunicazione digitale che c’era una volta. Oggi le mail non hanno lo stesso impatto promozionale. Sono tante persone che dicono: “l’email marketing è morto”, io non penso questo, c’è una statistica che dice che per ogni dollaro speso nel marketing, l’azienda ne riceve 40 in termini di marketing, vendite e conoscenze. 

Oggi la lotta delle aziende non è nel creare il funnel più efficace ma è focalizzare l’attenzione. C’è un bel libro che si chiama Oceano Blu che parla di come differenziare la tua azienda e fa tanti esempi concreti. Oggi le aziende devono acquisire l’attenzione del proprio pubblico, prospect che potrebbero essere interessati dai prodotti. Ogni persona è bombardata da mille messaggi in ogni contesto. A volte diciamo che siamo Figital perché siamo sempre connessi, siamo collegati a qualche messaggio o interazione di qualche genere. 

Oggi tutti quanti noi dividiamo il nostro tempo tra esperienze fisiche e digitali e altrettanto la nostra attenzione è divisa. Avere l’attenzione del cliente è il punto di partenza per poter creare una relazione. 

Frank Merenda è una persona che ne sa più di me e di altre persone. Insegna che il modo migliore per acquisire l’attenzione del cliente è spostare l’attenzione da un campo condiviso ad uno proprietario.

Alessio Beltrami autore, professore universitario e per me mentore, quando descrive il proprio blog lo presenta come “la mia casa”, perché indipendentemente da dove entrerai in contatto con Alessio, con un suo libro o un audio su Telegram o puntata sul suo Podcast, quello che sia, andando sul suo sito avrai la sua attenzione. 

Perché alla fine dobbiamo spostare il nostro prospect, cliente, pubblico da uno spazio che per lui è congeniale ad uno spazio gestito da noi? Perché in questo modo avremo la sua attenzione. Dobbiamo diminuire le distrazioni per portarlo in un terreno neutro, o almeno un terreno in cui siamo noi a dettare le regole del gioco. 

Qual è lo scopo del funnel?

Portare il pubblico ad acquistare il prodotto o servizio, portarlo alla conversione, ogni passo alla conversione successiva. Nella logica del funnel il processo che porta dalla conoscenza alla consapevolezza, all’interesse, al desiderio e così via e poi all’acquisto e anche al passaparola positivo, sono tutti step verticali. Qualcosa non va, ci comportiamo in modo differente, siamo Figital, se ogni persona ha l’attenzione di una formica, in ogni fase della giornata ci sono: messaggi, media differenti, pubblicità, suono, distrazioni, vita personale, come può una strategia che ragiona in termini verticali essere realmente efficiente oggi?

Nella realtà non viviamo o interagiamo come in un funnel ma viviamo in un flipper. Questa metafora è bellissima, l’ho letta la prima volta all’interno del blog dell’Istituto del Marketing Scientifico, ma la faccio mia perché non penso che ci sia niente di più rappresentativo. I clienti oggi sono come palline dentro un flipper. Sono come palle magiche che avevano strani rimbalzi. 

Non cliccano più la mail, non la aprono come 10 anni fa. Se hai un’email di lavoro sarai bombardato da richieste di preventivi ma anche da persone che vogliono venderti qualcosa. I clienti, gli utenti, le persone online, non compiono le azioni che noi pensiamo. 

Noi magari abbiamo l’idea che una persona guarda l’annuncio, clicca, lascia l’email e ci chiama al telefono, questo non avviene quasi mai. In realtà come in un flipper non basta un colpo per far accendere i bip, ci vogliono molti tentativi, la partita dura tanto. Ogni punto di contatto che possiamo avere con i clienti, deve essere utilizzato per interessarlo ad un aspetto e poi ad un altro e ad un altro ancora. 

Non possiamo pensare che in un funnel con 3 video e 1 offerta oggi abbia lo stesso effetto che ha avuto 10 anni fa, 5 anni fa o l’anno scorso. Oggi probabilmente quella stessa tecnica è già stata utilizzata da altri e il fatto che i contenuti sono diversi e quella tecnica sia già stata utilizzata ci gioca contro, non ci permette di avere lo stesso effetto che avrebbe avuto in passato. 

I media disponibili, i punti di contatto sono tanti, come: email, sms, lettere, pubblicità sui social, insegne, cartelloni, cartellino prezzo ecc… sono tanti i modi con cui possiamo comunicare con il nostro cliente. 

Per seguire il cliente c’è un trucco. 

Perché alcune aziende comunicano meglio di altre?

Perché ascoltano. Ascoltano tutto, leggono i numeri e i dati. Le aziende che ascoltano e comprendono le interazioni dei clienti sono più efficaci di altre. Ogni punto di contatto deve diventare un punto di ascolto: mail, sms, sito, fai in modo di permettere al cliente di convertire il suo interesse o ascolto attivo verso di te per conoscere necessità, gusti, esigenze. Fai in modo che le richieste del cliente possano essere verificate se è utile anche ad altri. 

La conversione volta all’acquisto ha perso efficacia o meglio, è l’obiettivo. Prima di arrivare alla conversione all’acquisto ci possono essere altre micro-conversioni, come il click per andare da una pagina all’altra, lo scaricamento del pdf, la visualizzazione di un video. In Kartra che è il programma automazione di cui sono affiliato, puoi andare su stefanobenvenuti.com per capirne di più.

In Kartra c’è una tecnica chiamata BAM (Behavioral Actionable Marketing), in base alle micro-conversioni che vengono fatte all’interno delle pagine di vendita, delle pagine del sito, dei contenuti video o audio che siano, il programma permette di modificare il percorso del cliente perché stai attivando l’ascolto. La conversione volta alla conoscenza e all’ascolto e l’evoluzione con cui le aziende evolvono e riescono a rispondere in modo efficace al bisogno del proprio pubblico. I clienti rimbalzano da una parte all’altra. 

La Customer Journey è un flipper, però è importante che questa sia sempre in movimento, quando la palla si ferma va in buca e quindi perdi il cliente. 

Maggiore è l’ascolto maggiore è la conoscenza e la consapevolezza del viaggio del cliente che esce della logica del funnel e entra in quella del flipper. Non far andare la palla in buca, più rimbalza più vinci, più vinci più interagisce, più comprerà. Non considerare il sopra e sotto ma guarda intorno i punti presso cui andrà a sbattere. 

Una cosa che consiglio ai miei clienti è di creare un elenco di touchpoint. Iniziare a capire quali sono i momenti in cui il cliente può entrare in contatto come: insegna, sito, lista broadcast, Telegram ecc… 

In ogni punto ci deve essere un modo per far rimbalzare il cliente, con il cartellino ci deve essere il codice QR per rimandarlo al sito, il sito PDF per scaricare i dati, sposti il cliente nella tua zona di membership, puoi cercare di capire cosa interessa al cliente applicando un ascolto attivo. 

I funnel esistono ma oggi il cliente è dentro un flipper. Non pensare più in verticale, il cliente rimbalzerà e devi fare in modo di non farlo mai andare in buca o in Tilt. 

Io sono Stefano Benvenuti e se vuoi contattarmi puoi farlo andando su stefanobenvenuti.com e cliccando su “inizia da qui”, lascia i tuoi dati e puoi provare a conoscere a Kartra, che può essere la soluzione per la tua azienda per fare una bella partita a flipper e vincere tanti clienti. 

Ti ringrazio e se ti piace lascia una bella recensione su iTunes, sul podcast e continua a seguirmi su Spotify.

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