Il controllo che conta: le notifiche automatiche

Il controllo che conta: le notifiche automatiche

Il controllo che conta: le notifiche automatiche

Le notifiche automatiche sono capaci di farti raddoppiare le vendite e se non le usi sei incosciente

Dedico questo articolo a tutti quegli imprenditori che scrivono email alle proprie liste, a tutti i professionisti che creano funnel o che desiderano creare una relazione digitale con il proprio pubblico.

Parlo di tutte quelle situazioni dove il contatto personale non avviene sempre, ma solo in alcune fasi o a volte mai.

Pensiamo ad un’attività che presenta i propri servizi o prodotti e che ha una newsletter periodica magari legata al proprio Ecommerce, o ad un professionista che risolve problemi e che invia email per aggiornare il pubblico sulle novità del settore e che cerca di vendere consulenze o ad un infomarketer che costruisce una relazione con la propria lista per vendere i propri corsi di formazione online e così via.

Tutti scenari in cui un emittente scrive una mail che ha come scopo quello di farsi leggere e ispirare una azione successiva che porti ad avvicinare azienda e contatto e magari anche un acquisto diretto.

Bene in questo scenario c’è un aspetto che conta davvero e che se mi leggi significa che anche tu non hai ancora sviluppato a sufficienza.

Parlo del controllo della reazione.

La reazione del destinatario!

In uno scenario senza controllo potrebbero verificarsi due situazioni:
Positivo, in cui il contatto dopo aver ricevuto l’email o la serie di email, compie l’azione richiesta
Negativo in cui il contatto dopo aver ricevuto l’email o la serie di email non compie l’azione richiesta

Ma entrambi gli scenari sono postumi, cioè avvengono dopo che la strategia è stata realizzata.
Se invece ci fosse stata un controllo della reazione del contatto DURANTE la strategie, con le notifiche automatiche, si sarebbe potuto creare un terzo scenario in cui a metà, o all’inizio o in un punto a piacere durante la strategia di comunicazione doveva avvenire un controllo.

Il controllo della reazione del contatto con le notifiche automatiche, per verificare se:
• le email vengono aperte
• i link sono cliccati
• le pagine sono visitate
• il carrello viene aperto
• o qualunque sia l’azione di conversione desiderata

Fino a che la barca va

Fino a che i nostri contatto fanno quello che ci serve, bene, il piano procede bene, ma se non aprono la mail, non si comportano come pensavamo che avrebbero fatto, allora è il caso di REAGIRE!

Questo il è controllo che conta davvero, quello più utile, quello che ci fa vendere di più ed è tutto collegato alle notifiche automatiche.
Questo è il momento in cui dimostriamo di adattare la nostra strategia al mercato e non attendere l’opposto.

Se non adattiamo la strategia al mercato, significa che usiamo il paraocchi e non leggiamo i segnali che il pubblico ci invia.

Anche non compiere le azioni significa comunicare, e nel caso si comunica il disinteresse.

Magari potresti essere una di quelle persone che pensa che troppi controlli rallentano l’esecuzione del tuo processo di nutrimento, vendita o formazione, ma in realtà è fondamentale leggere i segnali esterni per evitare di ritrovarsi con un pugno di mosche.
Come è facile immaginare è bene partire da controlli semplici con azioni semplici, come ad esempio, se invii una serie di email ad un contatto e questo non ne apre nessuna i problemi potrebbero essere tanti:
• email errata
• email non controllata
• mancato interesse del contatto
• email che vanno in spam

Quindi se noi puntiamo sulla nostra strategia per creare fatturato, il fatto che una persona non legge le nostre email rischia di far saltare qualsiasi piano.
Avere un sistema automatico come Kartra che ti permette di controllare se una email è letta o meno allora diventa fondamentale per REAGIRE in modo tempestivo.

Le azioni che io consiglio in questo caso sono tre:
1. Automatizza il rinvio della stessa mail con un soggetto diverso ad un orario diverso e da un mittente diverso
2. Usa gli sms invece delle email per comunicare con il contatto
3. Se hai il cellulare e ne vale la pensa valuta se chiamare direttamente il contatto

Preoccuparsene o Fregarsene

Certo inserire i controlli nella tua strategia di automazione significa anche inserire delle attività a volte gestite da una persona e non da un programma, ma questo significa anche correggere eventuali errori, migliorare le conversioni soprattutto quelle commerciali e ottimizzare la strategia per il futuro.

Controllare e reagire è alla base dell’ottimizzazione.
In Kartra questa funzione è nativa ed avviene tramite le Notifiche.

Durante il webinar RISULTATI X3 ti mostro come fare e per questo ti invito a partecipare lasciando i tuoi dati oggi stesso.

Io sono Stefano Benvenuti e sono un Kartra Expert e Affiliato Kartra, se vuoi realizzare il tuo progetto digitale visita il sito www.stefanobenvenuti.com e contattami.

Crea il tuo account Kartra passando dal mio link per avere il mio supporto, paghi 1$ e provi il programma per 14 giorni.

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Ciao e a presto!

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Vendi Corsi Online: dalle lezioni di piano ai corsi online di pianoforte

Vendi Corsi Online: dalle lezioni di piano ai corsi online di pianoforte

Vendi Corsi Online: dalle lezioni di piano ai corsi online di pianoforte

Vendi Corsi Online

Cosa succede ad un’insegnante di Pianoforte quando durante il covid non può più fare lezioni private?

Cosa accade ad una professionista che ha sempre basato il proprio lavoro nel rapporto one to one se da un giorno all’altro non può più interagire di persona con i propri clienti?

Questo è quello che è successo a Silvia Platania e come lei a tanti altri insegnati, coach e consulenti che hanno sempre sviluppato il proprio lavoro in modalità one to one.

Ho conosciuto Silvia perché mi è stata presentata da un altro cliente. 

Silvia è un vulcano di idee e azioni, di certo non è stata con le mani in mano ad attendere che la soluzione cadesse dal cielo, ma si era già messa all’opera per trasformare il proprio business da “analogico” a “digitale”. Cioè aveva creato una infrastruttura per registrarsi mentre insegnava Pianoforte e con un sito e un e commerce riuscire a vendere i propri corsi online al proprio pubblico.

Si perché Silvia ha un suo pubblico che la segue e che la stima con cui interagisce sui social e su un canale Telegram che è pieno di complimenti per lei (ci sono entrato e me li sono letti).

Il problema è che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e la sua strategia che era chiara nella sua mente e nel suo progetto, si è scontrata con la necessità di trovare le competenze in grado di realizzarla.

Quindi nell’ordine Silvia ha dovuto:

  1. Trovare un professionista che le creasse un sito wordpress
  2. Capire quale tipo di programma potesse contenere i suoi corsi online
  3. Legare la vendita dei corsi online al programma che ne gestiva l’erogazione
  4. riuscire a comunicare in modo mirato con gli utenti in base al tipo di corso che avevo scelto
  5. attivare delle strategie di marketing affinché chi avesse acquistato un corso venisse invogliato/spinto ad acquistare gli altri successivi

Tutto logico, ma non tutto semplice soprattutto se non conosci Kartra e devi “re-inventare la ruota”.

Tutto questo processo descritto che in Kartra si sviluppa in due o tre funzioni delle decine presenti, se non lo conosci può significare svariate migliaia di euro di investimento per fartelo creare.

 

Questo è quello che Silvia ha pagato.

Silvia si era affidata ad un programmatore esperto che le ha si creato l’infrastruttura ma poi nell’esecuzione come sempre (e sottolineo sempre) accade, qualcosa non ha funzionato come ci si attende e gli automatismi che avrebbero dovuto semplificarle la vita, in realtà gliel’hanno complicata e di molto.

Ora non voglio fare il super eroe, però mi piace pensare che l’ho salvata in questa circostanza mostrandole come Kartra avrebbe con molto meno fatica e molti meno soldi realizzato il suo progetto e reso il tutto più controllabile e più automatizzatile.

In realtà Silvia già aveva scoperto Kartra e stava sviluppando il passaggio dal suo progetto “artigianale” al processo automatizzato, ma qualcosa non stava funzionando.

Con una breve call abbiamo capito come correggere una impostazione non completa e far girare tutto il processo in modo corretto come previsto.

Spesso dietro grandi problemi c’è una soluzione semplice, un click mancante o qualcosa del genere.

Conosci la storiella del vecchietto e della martellata sul motore?

Non è la martellata ad aver salvato la grande nave dal problema, ma sapere DOVE DARE LA MARTELLATA che ha fatto la grande differenza.

Con Silvia Platania è stato lo stesso e dopo la “martellata nel punto giusto” abbiamo continuato andando a risolvere via via tutte le problematiche che si sono presentate.

Perché avere le idee chiare non sempre è sufficiente, c’è bisogno anche di un supporto tecnico che mostri come realizzare le proprie idee e tradurle in azioni.

La volontà di agire di certo a Silvia non è mai mancata tanto è che ha sviluppato decine di corsi di pianoforte e il seguito dei suoi fan, ammiratori e studenti cresce giorno dopo giorno dandole soddisfazione e fatturato!

Cosa sarebbe successo a Silvia se non avesse agito? Se avesse procrastinato?

Cosa succede ad un professionista se non si evolve? 

Oggi il mercato non è lo stesso di 5 anni fa, ma nemmeno quello di 3 anni fa e solo chi si evolve riesce a sfruttare le potenzialità che il digitale e le automazioni permettono di raggiungere.

Di questo e di altri utili argomenti parleremo durante la sfida per Triplicare i Tuoi Risultati con le Automazioni.

5 Giorni di appuntamenti professati con attività interattive da svolgere dove sarai coinvolto al 100% per migliorare la tua attività professionale.

Che tu sua un insegnante di pianoforte, un coach o un professionista partecipa alla sfida per Triplicare i tuoi Risultati!

 

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Vendere esperienze: Francesco Sarli e il viaggio sciamanico

Vendere esperienze: Francesco Sarli e il viaggio sciamanico

Le automazioni servono anche per  vendere esperienze.

Un viaggio di certo è un esperienza che tra tutte è quella che può e deve essere supportata da un funnel di vendita.

Quando francesco mi ha contattato la prima volta non avevo capito in realtà che tipo di aiuto chiedeva, o meglio avevo capito che il suo progetto era quello di sviluppare un funnel per vendere esperienze con un viaggio organizzato.

Francesco già aveva scelto Kartra, ma non era in grado di utilizzarlo e nel corso della consulenza è riuscito ad imparare ad utilizzare Kartra in modo autonomo.

Abbiamo lavorato insieme

Quello di Francesco è stato un percorso di lavoro congiunto, in cui definito un obiettivo abbiamo lavorato insieme per:

  • abbiamo disegnato insieme il flusso che si voleva predisporre per gli utenti
  • quanto chiare erano le idee e i desideri di francesco o dovevano sedimentare
  • verificare quali asset avevamo a disposizione
  • quanti erano pronti o dovevano essere modificati
  • ho mostrato a francesco come costruire le pagine
  • poi i form
  • poi le sequenze

Il seguito del lavoro è stato sempre svolto a 4 mani dove il mio intervento serviva per risolvere il dubbio o migliorare il flusso per non creare ostacoli alle conversioni.

Mostrare ciò che non esiste era la parte più complessa

L’obiettivo di Francesco era quello di creare delle pagine che spiegassero il tipo di viaggio che stava organizzando e offrire ai viaggiatori diversi prezzi in relazione a quando avessero scelto di comprare la partecipazione.

Cosa ha fatto la differenza

Anche l’uso di sequenze incrociate che puntassero a prezzi differenti in base a quando le comunicazioni venivano aperte è stato risolutivo per evitare che prezzi e condizioni non applicabili venissero confermate quando non possibile.

Grazie alle funzioni di Kartra si è riusciti a presentare sia gli aspetti mistici del viaggio sciamannino ma anche gli aspetti paesaggistici e naturalistici che rendono l’esperienza unica e meravigliosa.

Kartra con la semplicità e la potenza del page builder ha reso semplice la creazione di pagine come niente altro sarebbe stato in grado, e la coniugazione con strumenti di automazione marketing sono stati risolutivi per realizzare il progetto di vendita di esperienze in una vacanza che altrimenti non avrebbe visto la luce.

Ascolta le parole di francesco e partecipa alla sfida per Triplicare te stesso per migliorare i risultati che raggiungerai

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Asset del successo

Asset del successo

Asset del successo

Asset del successo

Qual è il dettaglio, l’aspetto, che porta al successo un business e un’attività rispetto ad altre? Qual è questo dettaglio che fa la differenza? Esiste qualcosa che fa la differenza tra chi ha successo e chi non ha successo? Sì, certo esiste e questo è l’argomento dell’ottava puntata del podcast Automater. 

Sono i dettagli a fare la differenza 

Sono molti i dettagli che fanno la differenza perché ogni asset, diamo un nome ai dettagli, ogni asset appunto, ogni particolare ha un effetto su un target differente. Per cui quando si pensa che sia un dettaglio a fare la differenza si dice il vero perché quel dettaglio ha effetto su chi valuta quell’asset appunto in modo positivo ma non è detto che lo stesso dettaglio sia valido anche su altri. 

Per me il dettaglio che fa la differenza ad esempio può essere un evento dal vivo a cui ho partecipato, per qualcun altro potrebbe essere un libro letto che ha fatto aumentare l’autorevolezza nella mente della persona e lo ha portato poi ad acquistare, per altri potrebbe essere un webinar a cui hanno partecipato e che ha risolto dei dubbi per cui si sono poi rivolti a quel consulente e a quelle aziende per utilizzare un software o per avere una consulenza, per qualcun altro o per molti può essere il passaparola ricevuto da chi già ha utilizzato un servizio. Questo dettaglio è stato poi il trigger, è stato poi il grilletto che ha fatto sparare l’acquisto, ha fatto compiere l’azione verso quel brand o quell’azienda. Chi ha ragione? Tutti. Tutti hanno ragione. Hanno ragione tutti quelli che pensano che un dettaglio faccia la differenza o che nessun dettaglio fa la differenza. Hanno tutti ragione e hanno tutti torto. 

Non voglio confonderti le idee ma chiaramente voglio parlare di qualcosa che deve essere esploso, un concetto che magari è un po’ più ampio di quello che si pensa. Ciò che funziona per me non è detto che funziona per altri per cui il dettaglio che fa la differenza varia da persona a persona. Quindi cosa fare? Come capire cosa funziona? Come muoversi? Dove agire? Non si può con certezza sapere cosa è meglio fare, per cui nell’incertezza è meglio muoversi utilizzando un criterio. I criteri sono fondamentali.

Quando lavoravo in IKEA la cosa che mi dicevano era “l’importante è che quello che compri viene fatto seguendo un criterio” perché in questo modo il criterio ti permetterà di giudicare se quello che stai facendo è corretto oppure è sbagliato. 

Consapevoli che non è un dettaglio che fa la differenza ma una quantità di N. dettagli, una variabile sconosciuta di dettaglio, dove questo N. corrisponde probabilmente, secondo me, al numero dei punti di contatto. I punti di contatto sono le interazioni che un’azienda, un brand, ha con il proprio pubblico, quindi quando il pubblico entra in contatto con noi. Per cui come muoversi? Partiamo da quello che già esiste. Iniziamo a ottimizzare e perfezionare i punti di contatto. Quali? Quelli con maggior traffico. Iniziamo quindi ad esempio da ciò che già esiste prima di creare ciò che non esiste. Magari abbiamo tante idee su quello che ci piacerebbe fare ma iniziamo a fare bene quello che deve essere fatto. 

C’era San Francesco che diceva “Fai quello che deve esser fatto, fai quello che è possibile e ti sorprenderai a fare ciò che è impossibile” per cui partendo da ottimizzare quello che già esiste già ci troveremo a lavorare con un criterio. 

Ti ricordi il criterio di prima? Bene. Hai un sito web? Esiste la possibilità per chi visita il tuo sito di contattarti? Esiste la possibilità per lasciarti i dati per essere ricontattato lui da te? Quanti input dai sul tuo sito al tuo pubblico affinché comprendano come comprare da te? Possono acquistare in autonomia? Hanno bisogno di contattarti per acquistare? Possono prendere e acquisire informazioni in modo autonomo e magari scaricare qualche risorsa che possa essere consultata oppure condivisa con altri? Se a queste domande hai risposto in modo onesto sempre sì bene passiamo oltre, ma se invece non hai risposto sempre si allora hai un punto di partenza, qualcosa da migliorare, qualcosa da ottimizzare. 

Ad esempio, crea dei form per iscriversi alle liste delle persone che ricevono la tua newsletter. Hai una newsletter giusto? Se la risposta è no scrivi su un post-it “creare newsletter”. In sintesi, controlla, controlla e controlla ancora quanto complichi la vita a chi per caso sta navigando sulle tue pagine del tuo sito. 

Nel 2017, quindi tre anni fa, esistevano 1,71 miliardi di domini Internet senza pensare a quante pagine ogni dominio può avere. Bene, se qualche essere umano si trova su una tua pagina e tu non gli offri la possibilità o non lo metti in condizione di creare un legame con te la colpa è tua e questo è il momento per farti un esame di coscienza, un esame reale di coscienza e modificare il tuo comportamento per dare a questa persona la possibilità di contattarti e comprare i tuoi servizi. 

Oltre che sul tuo sito in che modo puoi entrare in contatto con il tuo pubblico? Con un libro? Una pagina social? Un podcast? Un negozio? Hai un negozio su strada? Crei eventi dal vivo? Strutturi, organizzi e inviti le persone a partecipare ai tuoi webinar online? Ogni punto di contatto, ogni via con cui tu puoi entrare in contatto con il tuo pubblico rappresenta per te un asset. 

Cosa è un asset? 

Un asset, prendendo un po’ la definizione quella standard, è un bene materiale o immateriale, quindi può essere anche un servizio, può essere anche un brevetto che deve essere monetizzato. Così come un sito web è fonte di vendita e quindi di fatturato, anche ognuna delle voci elencate qua sopra sono fonte di monetizzazione.

Hai scritto un libro, lo stai vendendo tramite un editore oppure fai da solo. Io ho fatto solo. “Alta fedeltà” è il mio libro lo trovi su Amazon, lo vendo direttamente. Amazon lo stampa, lo distribuisce, io l’ho creato, ora ne sto creando un altro riguardo appunto l’automazione marketing, ma ognuno di questi asset ha una funzione ben precisa e la funzione precisa di un asset è quella di aiutarti ad acquisire, contattare il pubblico per fare in modo che il pubblico ti scelga per risolvere i suoi problemi ma anche per essere scelto e vendere di più, per monetizzare i tuoi asset.

Una pagina social può essere fonte di monetizzazione? Certo che può essere una fonte di monetizzazione se ti fa conoscere del nuovo pubblico, se ti fa individuare come riferimento per risolvere un problema. Un podcast, come questo ad esempio, è un asset? 

Certo perché all’interno di questo podcast io do tantissimi suggerimenti, tantissime informazioni. Sono diverse le persone che mi hanno contattato dopo avere ascoltato questo podcast anzi anche tu che stai ascoltando quando hai finito questo podcast lasciami la tua recensione su Apple iTunes, clicca sul tasto di Spotify “Segui” in modo tale che potrai essere sempre aggiornato quando usciranno nuovi contenuti che ti aiuteranno ad automatizzare il tuo marketing, automatizzare di il tuo lavoro, di fare di più con meno perché ricordiamoci che è questo quello che cerco di aiutarti a fare. 

Un negozio su strada può essere un asset? Certo che è un asset. Un negozio su strada è una fonte, un punto di riferimento per il pubblico che acquista direttamente ma è anche un luogo di incontro, è un luogo dove si creano relazioni, è un luogo dove si presentano i propri prodotti. 

Parlavo ieri con un imprenditore che vende scarpe, due fratelli che vendono scarpe in provincia di Verona. Loro cosa fanno? Loro hanno una strategia bellissima per capire su quale prodotto puntare o non puntare andando a lavorare con quelli che sono i clienti fidelizzati che hanno già in elenco. 

Avere un elenco di clienti del proprio negozio è un asset. Una lista di contatti è un asset? Certo che è un asset perché quella lista di contatti è il fatturato futuro della tua attività commerciale. Un evento dal vivo è un asset? Certo, vendi i biglietti, è un asset. Hai un tuo metodo per spiegare quello che fai? Io, ad esempio, ho un metodo per aiutare le aziende a fidelizzare i clienti che si chiama “Alta Fedeltà”, creo webinar online. 

Tutto quello che è un know-how, una conoscenza, un valore immateriale o materiale, come nel caso del prodotto fisici, è un asset. In realtà non penso che sia necessario avere tutti gli asset possibili, non devi avere tutti i dettagli ma di certo non basta averne uno solo. 

Ti ricordi i dettagli di prima? Non tutti valgono per gli stessi. Non a tutti interessa partecipare a un webinar. Non tutti leggono libri. Non tutti comprano da un sito. Non tutti vanno in un negozio. Ma c’è chi lo fa, c’è chi fa una o due attività. Bene, per cui è importante avere più di un asset, è importante avere più di un dettaglio. Se hai un pubblico grande e intendo numeroso devi essere presente in più punti di contatto perché queste persone probabilmente avranno più esigenze. Essendo numerose non saranno tutte omogenee nei loro comportamenti. Non faranno tutte la stessa cosa. 

Asset principali e asset secondari

A questo punto il consiglio che ti do basandomi principalmente sulla mia esperienza è che ci sono asset principali e asset secondari. 

Seguimi perché questo è un concetto molto utile, è un ragionamento che ti aiuta anche nel prendere le decisioni necessarie per capire dove investire le tue risorse e le tue energie. 

Gli asset principali per me sono quelli in cui la creatività dimostra il valore che ha, in cui il contenuto è originale. Quando scrivi un libro e ti metti sulla tastiera a battere sui tasti, lì hai creato un contenuto originale. Se stai facendo uno speech per un webinar, quello è un contenuto originale. Quando crei qualcosa in prima persona, quando stai sviluppando un tuo concetto, un tuo metodo, quando stai creando qualcosa di fisico, quindi che hai creato la tua maglia, il tuo oggetto artistico, quando hai creato la tua poesia, quando hai creato la tua canzone. Bene, quello è un asset principale. 

Gli asset secondari sono quelli in cui il contenuto è una trasformazione di un asset principale. Se io ho creato un video in cui presento un concetto, in cui risolvo un problema, in cui parlo al pubblico, ad esempio se faccio un intervento in un evento dal vivo, questo evento dal vivo è l’asset principale. L’asset secondario potrebbe essere il video della registrazione dell’evento dal vivo. Un altro asset secondario potrebbe essere la trascrizione dell’evento dal vivo. Un altro asset secondario potrebbe essere l’audio del mio speech all’interno dell’evento dal vivo. Da un asset principale, che è l’evento dal vivo, io ne ho tirati fuori almeno tre. Posso avere un fotografo che scatta delle foto, per cui le foto possono essere un media che utilizzo sui social per attirare le persone a scaricare il PDF del mio evento, del mio asset secondario. Mi segui? 

Questo non significa che però l’asset secondario valga meno del principale. Non significa che la trascrizione dell’evento non abbia lo stesso valore concettualmente dell’evento stesso. Non significa che l’audio della mia registrazione valga meno del video o quant’altro. 

Bene, allora adesso alza davvero il volume perché arriva il meglio. Parlo di trasformazione. Queste che ti sto per dare sono indicazioni pratiche. Cerca di ascoltarle e farle tue e metterle a terra, cioè realizzale dopo che te le ho dette. Per cui inizia creando quel tipo di asset che per te è più facile. Ami scrivere? Bene, imposta una lista di argomenti che abbiano un filo logico e che siano utili per chi legge. Non sto parlando di scrivere testi per promozionare, per farti pubblicità o per creare maggior valore al brand. Devi parlare al tuo target, non devi parlare di te, devi parlare dei suoi problemi, dei suoi dolori e risolverli o alleviarli se non riesci a risolverli. Inizia a produrre qualcosa che sia facile per te da produrre per cui puoi iniziare registrando ad esempio dei vocali ad esempio sul tuo telefonino, quando sei in macchina solo, quando ti trovi a camminare, quando ti trovi col tuo cane, quando sei in un momento in cui ti va di parlare di qualcosa e pensi di avere un’idea utile da cui trarre spunto. Anche quello può essere un momento in cui produci un tuo asset. Quello che avrai creato, appunto, sarà un tuo asset principale. Da quell’asset puoi far nascere un asset secondario. 

Se hai un testo, oppure se hai la tua voce, fallo trascrivere e quello sarà un testo che puoi utilizzare per il tuo blog o per il tuo sito o per un PDF che può essere poi il Lead Magnet, il contenuto di valore che le persone scaricheranno per ad esempio riempire un e-book. 

Da un PDF puoi anche a questo punto tirare fuori dei contenuti per una serie di e-mail, per dare informazioni a chi è interessato a ciò che hai da dire, oppure puoi pubblicarlo in autopubblicazioni, come ho fatto io con Amazon, per farne un libro o un mini-libro se il contenuto è molto breve, lo puoi anche utilizzare come traccia da cui partire per un podcast, per una puntata di un podcast. Video-riprenditi. 

Potresti riprenderti mentre parli. Quello addirittura potrebbe essere la creazione di un canale su Youtube, un canale per chi è interessato a come si risolvono i problemi di idraulica, come si lavora a maglia, come si organizza uno schedario. 

Tutto quello che è ciò che sai fare può essere fonte di ispirazione per qualcun altro. Tutto ricordati che è partito da un audio su un telefonino o da un testo che hai scritto una mattina che avevi qualcosa da raccontare. Non saprai mai qual è la trasformazione, l’asset, che funziona meglio di tutti se non li avrai tutti. 

Nel momento in cui hai creato più asset, solo in quel momento, e li hai pubblicati o li hai resi disponibili al tuo pubblico, solo in quel momento saprai ciò che funziona meglio di altro, ciò che funziona meglio e ciò che funziona peggio. 

In uno scenario omnicanale, te ne ho parlato nella puntata precedente, nella numero 7, una persona può entrare in contatto con te da un video su Youtube o magari ascoltarti su Spotify, come forse stai facendo tu in questo momento, e può poi venire sul tuo sito e perché no, partecipare a una live su Facebook o magari poi diventare finalmente un tuo cliente pagante. Asset principali e asset secondari. 

Conclusioni

Trasformare i propri contenuti oggi è la chiave che semplifica la vita all’Automater e ciò che ti permette di fare di più con meno perché ricordati che questo è l’obiettivo dell’Automater. Fare di più con meno. Se ti è piaciuta questa puntata lasciami una recensione su iTunes. Continua a seguirmi per le prossime puntate su Spotify e seguimi anche se vuoi nella pagina Kartra Italia. Io sono Stefano Benvenuti, sono partner di Kartra e quello che ti ho spiegato può essere poi applicato creando un funnel all’interno di Kartra. 

Kartra è uno splendido programma di automazione che io in prima persona uso. Se vuoi saperne di più vai su stefanobenvenuti.com e lascia la tua mail per guardare i video tutorial in italiano. Ciao e a presto 

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Asset del successo

Un settore da 325 Miliardi di Dollari

Un settore da 325 Miliardi di Dollari

Un settore da 325 miliardi di dollari

Voglio raccontarti la storia di una signora americana che nel 1995 ha lanciato un sito web. Questa signora si chiama Lynda Weinman, ha iniziato a creare un proprio sito, a comprare un dominio per 35$, voleva insegnare alle persone il web design. Nel 1995 quindi ha creato un blog in cui ha iniziato a spiegare come creare un sito web. All’inizio lo faceva gratis poi siccome le richieste di aiuto e supporto arrivavano abbastanza numerose ha iniziato a creare una sorta di abbonamento, dei corsi, all’inizio chiedeva 25$ al mese per aver accesso alle sue lezioni a pagamento. Pagavi 25$ al mese e ti faceva accedere a dei videocorsi in cui ti spiegava come creare un sito su front-office, come creare un sito in HTML, qualcosa che se lavori o conosci internet puoi immaginare, ma era il 1995!

All’inizio non era semplice ma dopo un po’ di tempo aveva raggiunto 1000 persone che le pagavano l’abbonamento per accedere ai suoi corsi, quindi guadagnava 25.000$ al mese. Continuò quindi ad inserire corsi in cui spiegava come si creava un ottimo web design, siti web e ha iniziato a creare in 5 anni una base di clienti mostruosa, parliamo di 100.000 membri, quindi 2.5 mln di dollari di entrate mensili vendendo videocorsi in cui si spiegava come creare un sito web.

Nel 2015 è arrivato Linkedin che ha comprato il suo sito web che ha pagato 1.5 mld di dollari. Si hai sentito bene, un 1.5 mld. 

Il settore da 325 miliardi di cui ti parlavo prima è proprio questo: l’e-learning, il settore dei videocorsi, della vendita della conoscenza. 

In questi giorni è partito il corso di Roberto Cerè, lui vende corsi con Omniavideo e ha una grande base dati. Il successo di Linda non è tipico così come quello di Roberto, ma comunque c’è un grande mercato molto aperto e disponibile. Anche se tutti non se ne rendono conto ha una barriera d’ingresso irrisoria. 

Poter iniziare a creare corsi, videocorsi e venderli, oggi è alla portata di tutti. Oggi ci sono strumenti online come Kartra che permettono di iniziare a vendere videocorsi. Ti basta creare un tuo dominio, un tuo sito e iniziare a creare contenuti video, pdf, script, mano a mano che li inserirai avrai creato il tuo corso, la tua base dati. Molti hanno la sindrome dell’impostore, magari non si sentono abbastanza competenti per poter insegnare agli altri perché magari pensano che devono acquisire maggiore consapevolezza, maggiori strumenti. 

Se una persona ha dei riconoscimenti, ha fatto qualcosa di importante e per questo può attirare anche maggior pubblico è avvantaggiato. Anche oggi chi non ha mai avuto riconoscimenti esterni può insegnare molto agli altri. 

Se pensiamo agli insegnanti a scuola, abbiamo seguito la nostra istruzione con professionisti, con persone che ci hanno insegnato l’italiano, l’inglese e l’informatica ma non per questo erano laureati con il massimo dei voti o magari avevano scritto libri internazionali o vinto premi di qualche tipo. Erano professionisti che riconoscevano il loro lavoro, la loro materia e per questo la insegnavano a noi da ragazzi. Altrettanto se siamo capaci di fare qualcosa, se siamo in grado di cucinare, di programmare, di suonare uno strumento, di fidelizzare la clientela, possiamo insegnarlo agli altri anche tramite dei corsi. Questa è la consapevolezza, l’argomento che oggi dovrebbe essere tenuto a mente da tutti quelli che cercano anche di aumentare il proprio fatturato, che cercano di creare anche una nuova fonte di business. Non è detto che sia da 1 mld e mezzo, già se una cosa del genere se dovesse aumentare le proprie entrate con qualche centinaio di euro in più mensili, sarebbe un qualcosa in più, magari è una cosiddetta entrata secondaria che può nel tempo crescere, può rimanere costante o magari non funzionare. 

Il timore è di creare un corso, un must di conoscenza, video, tanti corsi e magari non vendo niente a nessuno. Puoi iniziare creando il tuo sito web, contenuti per una ventina di lezioni, magari ad un prezzo basso per capire se quello che stai vendendo piace alle persone e se dovesse piacere puoi aumentare il numero delle informazioni. Puoi creare nuovi corsi, un corso di secondo livello. Tutte queste tecniche e funzioni possono essere gestite con un programma Kartra di cui ti sto parlando perché al suo interno puoi creare sia un sito web, sia delle membership, sia puoi acquisire e gestire informazioni di quelli che poi andranno ad acquistare e vendere. 

Un mercato in continua crescita

Quello che molto spesso viene sottovalutato è che oggi questo mercato continua a crescere, soprattutto nel 2020 dove dopo la fase di lockdown le palestre hanno iniziato a creare corsi virtuali, tutte le aziende, i professionisti, lavorano in smartworking. L’Italia è spaccata da tracce che vengono fatte dall’operatore di telefonia unico perché sta per aumentare la connettività all’interno delle case. Non tutti oggi vanno su Internet, ma quelli che lo fanno traggono beneficio. 

Non è detto che devi creare l’enciclopedia Treccani o la cura contro le malattie, ma se hai una conoscenza sul tuo lavoro, se sei un professionista, commercialista, avvocato e sai far bene qualcosa puoi insegnarlo, magari c’è qualcuno che vuole approfondire per apprendere il tuo know-how. Puoi essere tu l’insegnante senza l’ispirazione di dover cambiare il mondo ma con quella di migliorare la vita di chi acquisirà il corso. 

325 miliardi entro il 2025, abbiamo dappertutto la verifica del fatto che crescono il numero dei corsi venduti e acquistati, quello che manca è probabilmente il tuo. Se sei un automater e vuoi maggiori informazioni visita la pagina kartraitalia e stefanobenvenuti.com, clicca “inizia da qui” e riceverai l’accesso ad un’area di membership gratuita per vedere come funziona Kartra, come si può creare un proprio corso e metterlo online.

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